16 Marzo 2023 | E-learning
Investire nella formazione dei lavoratori è al giorno d’oggi fondamentale per un’impresa: nel momento in cui l’organizzazione si evolve diviene più competitiva sul mercato. Formare i dipendenti è un investimento sul capitale umano che consiste nell’erogazione di attività, corsi, seminari, workshop ma anche affiancamento tra diverse professionalità e rotazione nelle mansioni.
Le attività di formazione su cui possono contare le imprese sono davvero numerose e spaziano dai corsi di aggiornamento ai workshop, dai seminari agli eventi in streaming. Il personale può usufruire delle suddette attività mediante incontri in presenza, generalmente in aule adibite a questo scopo, oppure più comodamente online. Con l’avvento della pandemia, si sono registrati molti cambiamenti che hanno modificato l’approccio alla formazione in alcune aziende. Molti progetti didattici si sono spostati online grazie a piattaforme e-learning che hanno saputo accogliere le esigenze del momento. Queste metodologie sono poi state mantenute anche in seguito dalle aziende, mostrando come ci sia stato un netto passaggio e un’evoluzione di questo nuovo modo di far formazione.
Se strutturata in maniera ottimale, la formazione di lavoratori si dimostra uno strumento imprescindibile per guadagnare maggiori vantaggi competitivi sul mercato. Le nuove competenze apprese dai dipendenti, infatti, possono essere sfruttate in ambito lavorativo, garantendo un’importante crescita del business. C’è la necessità di essere sempre più al passo con i cambiamenti mutevoli e repentini vissuti dal mercato, soprattutto per ciò che concerne le evoluzioni tecnologiche.
Investire sulla formazione del personale assicura maggiore produttività, efficienza ai massimi livelli, più competitività, reattività ai cambiamenti del mercato.
In base alla natura del business, variano anche le spese per i piani di formazione aziendale. I fattori che incidono maggiormente sulla formazione dei lavoratori sono:
Le multinazionali hanno di certo una capacità di spesa maggiore nelle piccole e medie imprese ma grazie alla formazione finanziata è comunque possibile trovare una soluzione congeniale anche per le PMI.
Vi sono dei settori dove formare il personale costa di più. Lavori in cui i corsi di aggiornamento sulle attrezzature meccaniche sono indispensabili o dove c’è la necessità di una formazione continua in linea con la legislazione corrente oppure dove c’è bisogno di un rinnovo periodico di crediti formativi.
Non tutti i dipendenti hanno le stesse abilità. Ci sono alcuni lavoratori che necessitano solo di aggiornare le proprie competenze mentre per altri c’è la necessità di un percorso formativo più completo. Ridurre il turnover è un obiettivo che agevola anche il costo della formazione.
Il metodo che si sceglie per far formazione è essenziale per definire i costi della stessa. I costi variano di molto in base al fatto che si tratti di formazione in presenza oppure online. Vero è che alcune formazioni basate sulla pratica non possono essere fatte completamente online ma di certo si può pensare a una soluzione di blended learning che potrebbe comunque apportare vantaggi economici. Per quanto riguarda la formazione esclusivamente in presenza i fattori da considerare sono diversi come le spese di viaggio, il costo delle strutture in cui fare formazione e le spese degli aspetti burocratici, primo tra tutti la stampa dei materiali e della documentazione.
Le tempistiche in cui fare formazione ai lavoratori anche sono da tener presenti. Bloccare un intero reparto per fare formazione poiché in quel giorno è prevista la venuta del docente non è la stessa cosa che lasciare ai dipendenti la possibilità di fare formazione nei giorni in cui si è più scarichi. L’idea è quella di impostare la fruizione della didattica in base al loro carico quotidiano.
Un quesito da porsi riguarda, infine, il costo dello storage dei materiali burocratici in termini di spazi fisici o in cloud. Avere la possibilità di conservare in uno spazio gratuito e sempre accessibile i certificati dei lavoratori aiuta nella scelta di questa spesa accessoria.
Per erogare le attività di formazione ai lavoratori, le aziende hanno a disposizione diverse opzioni. La scelta, in genere, ricade su quelle maggiormente in linea con le esigenze strutturali e organizzative.
La formazione onboarding, ad esempio, si rivela imprescindibile per tutte le figure appena assunte dalle imprese: l’intento prioritario verte sull’inserimento graduale dei nuovi arrivati, sulla comprensione delle procedure aziendali, sul ricorso a tutti gli strumenti e i software dell’organizzazione, fino a quando potranno lavorare in assoluta autonomia. Si tratta del processo di induction training.
La formazione tecnica, invece, viene erogata per i dipendenti che hanno già diversi anni di esperienza in azienda. L’obiettivo principale consiste nell’aggiornamento delle competenze: i corsi consentono l’apprendimento di nuovo know-how con il vantaggio di semplificare e velocizzare le mansioni svolte.
Negli ultimi anni, va sottolineato come una parte degli investimenti in ambito formativo abbiano avuto per protagoniste le soft skills. Si tratta di competenze, strettamente correlate all’intelligenza sociale, vale a dire la capacità di lavorare in team multidisciplinare, le abilità comunicative, l’attitudine al problem solving. Soprattutto con l’avvento dello smart working e del lavoro ibrido si è rafforzata la necessità di dover gestire team ibridi e quindi traslare le competenze di management in ambienti virtuali. Investire nella formazione dei lavoratori vuol dire contribuire anche al miglioramento dell’ambiente lavorativo.
Andiamo ora ad analizzare i dati relativi alla formazione del personale in Italia. In base a quanto indicato nell’ultimo rapporto ISTAT, pubblicato alla fine del 2022, quasi il 70% delle imprese con almeno 10 dipendenti ha effettuato attività di formazione. Nel caso delle imprese con oltre 250 dipendenti, i numeri migliorano ulteriormente, andando oltre il 90%. Si tratta di numeri in costante crescita, da mettere in correlazione con l’avvento della pandemia. Le aziende si sono trovate in una situazione tale da rendere necessaria una vera e propria rivoluzione nella formazione. In molte, hanno effettuato corsi di formazione e di aggiornamento online e, grazie all’uso del digitale, hanno potuto investire sul proprio capitale umano anche con l’interruzione delle attività ordinarie.
I dati dell’ultimo rapporto ISTAT mostrano una differenza di investimenti in Italia per la formazione dei lavoratori.
Le imprese del Nord-est sono quelle maggiormente propense a formare il personale: il 74,5% ha effettuato investimenti a tema. Segue il Nord-ovest con il 72,3%. Più indietro, invece, il Centro (65,3%) e il Sud (62,2%) e le isole (56,9%), che registrano comunque un aumento rispetto al report ISTAT del 2015.
Per quanto riguarda i settori in cui si investe di più, nonostante la formazione dei dipendenti rappresenti un valore aggiunto trasversale, ci sono comparti in cui la spesa è maggiore. Le imprese che operano nel settore finanziario e assicurativo considerano imprescindibile la formazione dei propri dipendenti. Il 96,4% di queste imprese, infatti, ha effettuato investimenti massicci negli ultimi anni. Seguono poi le organizzazioni operative nell’ambito della fornitura di elettricità e di gas con l’83,7%. In terza posizione c’è il comparto delle costruzioni con l’82,1%. Appena fuori dal podio il settore delle telecomunicazioni, dell’editoria e dell’informatica con l’82%.
A incidere sui costi della formazione dei lavoratori vi sono, come abbiamo visto, una serie di elementi dal settore di appartenenza dell’organizzazione aziendale al numero di dipendenti coinvolti nel processo di aggiornamento e le modalità di erogazione.
Secondo quanto pubblicato all’interno del report 2022 State of the Industry, in media, le organizzazioni statunitensi hanno speso 1.280 dollari nel 2021 e 1.267 nel 2022 per la formazione di ogni dipendente, segno di un crescita di investimenti nella didattica aziendale. Il costo per un’ora di formazione è, in media, di 103 dollari, una bella differenza con l’Italia.
L’ultimo report ISTAT sottolinea, infatti, come il costo medio per un’ora di formazione si aggiri attorno ai 56 euro. Nonostante le discrepanze c’è da evidenziare che anche nel nostro Paese la didattica aziendale sta avendo un peso maggiore. Tenendo conto che nel 2015 le imprese in Italia avevano investito 4.513 milioni di euro in formazione e che negli ultimi anni la somma è salita a 6.218 milioni di euro, si intuisce facilmente quanto questa sia ritenuta utile per competere nel mercato del lavoro.
Nella forte evoluzione tecnologica e organizzativa degli ultimi anni, la formazione ha giocato un ruolo fondamentale. Infatti, oltre il 70% delle imprese hanno svolto attività formative nel 2020. Le motivazioni si rintracciano nell’innovazione dei processi e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e nel cambiamento di metodi di lavoro e prassi organizzative.
Per supportare le nuovi programmi didattici sono stati introdotti strumenti per la formazione a distanza in circa nella metà delle imprese.
Uno dei motivi principali della formazione dei lavoratori è che i dipendenti sentendosi valorizzati, apporteranno valore aggiunto all’organizzazione aziendale. A beneficiarne, sarà la produttività e l’efficienza.
All’opposto, senza un piano di formazione, i dipendenti non si sentono apprezzati: spesso, si licenziano e vanno alla ricerca di opportunità migliori. Formare e sostituire un nuovo dipendente costa davvero molto.
Per questo è importante investire sull’empowerment aziendale, strutturando strategie che possano abbassare il turnover e agevolare lo sviluppo del business.
Più che di costi relativi alla formazione dei lavoratori, sarebbe forse più opportuno parlare di investimenti: se i dipendenti non beneficiano, infatti, di una formazione adeguata, si corre il serio rischio che crolli l’intero sistema produttivo. I principali problemi possono essere la cattiva allocazione delle risorse, l’erronea gestione del personale, un ambiente lavorativo deprimente, dove il talento individuale non viene né coltivato, né tanto meno valorizzato, ritardi nelle consegne e un’eccessiva mobilità. I dipendenti cercano nuove offerte lavorative nella speranza di fare carriera. All’esatto opposto, un’accurata pianificazione delle attività formative dei dipendenti consente lo sviluppo di processi produttivi altamente efficaci: ogni dipendente lavora in totale autonomia, perché sa cosa deve fare e qual è il suo compito. Si riducono gli sprechi di materiale e di tempo, si registra maggiore soddisfazione dei clienti e il clima lavorativo appare positivo. Insomma, aumentare gli investimenti nella formazione dei lavoratori conviene alle aziende.
Per quanto riguarda la metodologia più adatta ad effettuare la formazione si può partire definendo un budget in linea con la media italiana. Sarà più facile poi confrontare la soluzione più adatta alle esigenze formative aziendali.
Per valutare un’opzione legata all’e-learning o al blended learning l’utilizzo di una piattaforma di formazione si rivela necessario. È uno strumento che può essere utillizzato anche per la formazione normata. La nostra piattaforma di formazione offre anche la possibilità di avere corsi online già strutturati. In questo modo sarà più facile partire con un progetto didattico.
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